Più di mille persone in religioso silenzio.
"Questa canzone non è, contrariamente a quanti molti pensano, una canzone d'amore. E' un messaggio che Luigi Tenco dedicò a sua madre".
Partono le note vibranti di "Vedrai, vedrai", e il pubblico resta impietrito.
Francesco Baccini si è reso interprete di un memorabile concerto a Scicli, nella riaperta Villa Penna, nella serata dedicata a Luigi Tenco, e nel sottotesto a Fabrizio De Andrè, amico di Baccini, l'uno collaboratore dell'altro.
Tre serie di bis hanno costretto il cantante genovese a tornare sul palco davanti a un pubblico venuto da Palermo, Sciacca, Scordia, sino a un fan catapultatosi da Genova per assistere all'unica tappa siciliana del cantautore.
Un battito ritmico di mani ha assecondato "La ballata dell'amore cieco, o della Vanità", "una canzone che Fabrizio non ha mai cantato dal vivo in tutta la sua carriera. La più bella per me. Quando gli chiedevo cosa la avesse ispirata, lui mi rimproverava: finiscila di farmi il fan!"
Divertente, dissacrante, ironico e mammone, Baccini ha cantato il suo repertorio spaziando anche in classici anglosassoni. Solo, lui e il suo piano, per quasi due ore.
Applaudito sino al terzo turno di bis in una Villa comunale stracolma.
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