Dieci anni dopo a Scicli. La professoressa Tatiana Kirova è l'eminenza grigia dell'Unesco, la persona che insieme a Ray Bondin, nel 2002, decretò il riconoscimento Unesco per gli otto Comuni del Va di Noto.
Stamani ha tenuto una lectio magistralis a palazzo Spadaro, a Scicli, nell'ambito di un corso ASS.I.R.C.CO. sul tema: "Patrimonio architettonico e rischio sismico. Metodi e strumenti dalla prevenzione agli interventi sell'edilizia storica e monumentale".
"Le tre giornate di studio che prendono il via oggi, sulla tutela del patrimonio architettonico e sul rischio sismico sono quanto mai benvenute in un momento storico particolare per il Paese - ha detto il sindaco Susino-. Tutti abbiamo seguito e seguiamo con trepidazione la vicenda del terremoto in Emilia, le polemiche su ciò che è stato fatto e su ciò che si poteva fare, per salvare vite umane, per salvare i monumenti. Noi viviamo in un territorio altamente sismico. Il più grande intervento che è stato finanziato negli ultimi venti anni è la legge 433 del 91, la cosiddetta Legge del terremoto di Santa Lucia. Tanto è stato fatto per mettere in sicurezza il patrimonio ecclesiastico e quello pubblico in genere, ma tanto resta ancora da fare. L'augurio che faccio agli importanti convegnisti presenti in questa tre giorni a Scicli è di contribuire a formare tecnici, ingegneri, architetti, geometri, ditte, lungo la strada della buona pratica edilizia, del buon costruire, in maniera responsabile, consapevole. Il Comune è al vostro fianco".
La Kirova ha parlato di paesaggio: "A Scicli la cornice è entrata dentro il quadro. L'orografia delle cave e delle colline fa parte dei monumenti, in esse le chiese e i palazzi si sono innestati in un connubio mirabile fra natura e cultura".
"La difficoltà oggi è far comprendere ai progettisti che i manufatti che realizzano non devono essere monumenti al loro ego, ma interventi in punta di matita".
Ha portato il proprio saluto anche l'assessore all'urbanistica Vincenzo Iurato.
La Kirova ha rimarcato la bellezza di Scicli, definendola un unicum anche rispetto alla vicina Noto, di cui la docente all'Università di Torino, nata a Sofia, in Bulgaria, di cognome russo, e di nonna netina, è originaria.
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