L'unica assente era l'ing. Chiarina Corallo, responsabile ragusano del dipartimento di Protezione Civile, trattenuta all'ultimo momento da un imprevisto.
Per il resto c'erano tutti all'inaugurazione della chiesa Madre di Sant'Ignazio di Scicli, una grande di festa di popolo ieri pomeriggio.
Dopo 3 anni di consolidamento (i lavori sono stati appunto appaltati dal dipartimento della protezione civile) la chiesa è tornata fruibile.
Il contenuto dell'intervento di messa in sicurezza è stato illustrato dall'arch. Salvatore Bonincontro Puglisi e dall'ing. Bartolomeo Schembri, progettisti, collaborati, durante questo periodo, da Sergio Cassarà e Virgilio Corso.
E' stato operato un incatenamento della facciata e delle pareti laterali, che subiscono l'azione di ruscellamento delle acque meteoriche e del sottostante torrente ed è stata inoltre rafforzata la fabbrica della chiesa, con tirantature e iniezioni di malta e calce.
L'ing. Schembri ha anche denunciato come a causa di una attività maldestra della ditta appaltatrice dei lavori siano stati rovinati i dipinti del soffitto, il che ha costretto a imprevisti lavori di restauro degli stessi.
Altra questione affrontata quella della superfetazione lungo la navata della chiesa che affaccia su via Nazionale. Era in progetto la demolizione del piano abusivo cotruito negli anni sessanta. Tale demolizione non è stata però compiuta. Il dipartimento, hanno annunciato i progettisti, ha previsto un nuovo finanziamento per abbattere il piano abusivo. La direzione lavori sarà affidata alla sovrintendenza di Ragusa. Questo nuovo stralcio andrà in appalto l'anno prossimo e ci si augura che il cantiere non richieda una nuova chiusura della chiesa.
Per la diagnostica sono state usate addirittura delle microtelecamere, che hanno permesso di rilevare come i muri portanti dell'edificio ecclesiastico fossero particolarmente fragili e pressocché vuoti. Quattro, cinque metri di guano di piccioni gravava sulla volta in canne e gesso, pregiudicandone la stabilità e dando vita a importanti fenomeni di umidità.
Il restauro delle tele della volta è stato eseguito invece da Alba Paolino, Carmelo Vitale, Antonella Pancaldo, Rocco Virga, Giovanni Masuzzo e Simone Drago.
Quelli della volta non sono affreschi, ma dipinti su tela. Le lunette laterali dei dipinti sono invece affrescate. La parte estetica di recupero della chiesa è stato possibile grazie ai contributi dell'otto per mille e alle offerte dei fedeli.
Una ricostruzione filologica delle vicende edificatorie della chiesa -grazie anche alle notizie reperite dallo storico dell'arte Paolo Nifosì- ha permesso di verificare quale fosse lo stato dell'edificio fino al 1953, data dell'ultima modifica dell'ingresso dell'edificio di culto, e di capirne le articolazioni attraverso oltre tre secoli di storia, durante i quali si è registrato il crollo della facciata e dell'abside, come spiegano le fonti settecentesche.
Al termine della relazione dei tecnici, alla quale hanno presenziato il sindaco Venticinque e l'assessore ai lavori pubblici Vincenzo Giannone, è iniziata la santa Messa presieduta dal Vescovo di Noto Monsignor Antonio Staglianò.
Il primo cittadino, durante la celebrazione religiosa, ha chiamato accanto a se l'ex sindaco Bartolomeo Falla.
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