L'occasione è stata offerta da un'assemblea tenutasi stamani all'istituto superiore Quintino Cataudella, voluta dal preside Enzo Giannone e dedicata ai temi della legalità.
Alla presenza, fra gli altri, del giornalista Riccardo Orioles, già collaboratore di Pippo Fava nella redazione de I Siciliani, il sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque ha rivelato che nei mesi scorsi un immobile sito in territorio di Scicli, sequestrato alla mafia e assegnato al Comune, che aveva deciso di destinarlo a centro di ricovero temporaneo per i cani randagi, è stato dato alle fiamme in circostanze ancora misteriose e al vaglio delle forze investigative.
Il bene confiscato si trova in contrada Guardiola, alla immediata periferia della città. Si tratta di un terreno esteso mq. 4050, e di un fabbricato su di esso insistente.
Il bene immobile era di proprietà del palermitano Antonino Ferrante.
La "confisca Ferrante" riguarda immobili siti in contrada Mendolilli e Guardiola appartenuti alla famiglia di Antonino Ferrante, 39 anni, originario di Palermo, condannato per reati di mafia e i cui beni sono stati confiscati ai sensi della legge 575 del '95.
Il sequestro dei beni del Ferrante risale al 2002 ed è stato disposto dal Tribunale di Ragusa nell'ambito delle misure di prevenzione e sicurezza. All'epoca, oltre agli immobili in questione, furono sequestrati anche sei libretti postali di risparmio, due Lancia Thema e una Fiat Panda, una rivendita di frutta e verdura, e un libretto bancario.
Il Comune, durante la scorsa amministrazione, rinunciò ai beni mobili, concentrandosi sugli immobili.
Il sequestro dei beni è stato confermato dal Tribunale di Ragusa nel febbraio del 2003, è stato poi confermato dalla Corte d'Appello di Catania ed è divenuto irrevocabile nel marzo del 2005.
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