Quanto contenuto nella nota di pag. 15 sul quotidiano La Sicilia del 19 aprile 2020 a firma di Michele Nania, in ordine alla "storiella" raccontata, essa è frutto di totale sconoscenza degli atti se non anche di un pretestuoso accomunare ad una questione indubitabilmente grave (qual è lo scioglimento per mafia) una "storiella".
E questa, oltretutto, è malamente raccontata perché omette, tendenziosamente, di riferire il vero: - omette di riferire che "il non aver nulla a pretendere" è limitato alle sole annualità accertate ed oggetto di transazione (2009/2015) e non al residuo. Tant'è che il Comune ha già attivato la procedura di accertamento per le successive annualità, e per un importo anche superiore a quello già riscosso;
- omette di riferire che dell'importo totale indicato in accertamento, la Corte di Cassazione ha sempre escluso le sanzioni (non dovute ai sensi dell'art. 6, comma 2, d.lgs. n. 472/97 per l'obiettiva incertezza della norma), pari al 150 % dell'imposta; - omette di riferire che i termini di transazione sono fondati sulla dichiarazione, fatto estremamente positivo per il Comune, di riconoscimento da parte delle società petrolifere della sussistenza dei presupposti oggettivi per l'assoggettamento ad imposta delle piattaforme petrolifere, sino ad allora denegata, con rinuncia da parte delle società petrolifere a tutte le questioni di non imponibilità (non ultime sia la iscrizione in catasto, denegata anche dall'Ufficio del Territorio, sia la non inclusione nel calcolo della base imponibile la impiantistica);
- omette di riferire che la transazione non ha comportato alcuna rinuncia ai diritti da parte del Comune ma solamente una "definizione giudiziale" sulle questioni controverse (e principalmente sulla imponibilità delle sea-lines e dei pozzi petroliferi, che il Comune aveva, accortamente, inserito negli atti accertativi pur se normalmente ritenuti non imponibili) e ha permesso l'incasso di 11 milioni di euro, in due rate a scadenza ravvicinata (30 e 90 giorni dalla sottoscrizione dell'accordo);
- omette di riferire che l'atto di definizione è fondato su un "accordo-quadro" così come replicato per tutti gli altri Comuni;
- omette di riferire che l'atto di definizione è stato sottoposto positivamente al vaglio del Giudice Tributario in quanto recante le opposte ragioni sostenute dalle parti di imponibilità e di non imponibilità. Inoltre l'intera somma incassata a maggio 2019 è stata destinata al risanamento del Comune, come previsto dal Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale 2015/2024 approvato dalla Corte dei Conti. Quanto sopra per restituire la dimensione della verità alla narrazione di un fatto amministrativo complesso e portato a compimento con grande impegno e nella massima trasparenza, come si può rilevare da tutta la documentazione pubblica agli atti del Comune.
Enzo Giannone sindaco di Scicli
Giorgio Vindigni consigliere comunale, già assessore alle Finanze di Scicli
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